Istruzioni per il CibierLifting…

A cura di Federico Lena
Foto Federico Lena

Volete far correre di più la vostra CBR ma non potete spendere troppo? Noi siamo quì a consigliarvi cosa fare…

Ormai è risaputo che la CBR600RR è una delle sportive 600 più conosciute e amate al mondo. Tutto questo grazie alla notevole bellezza estetica e alla componentistica di serie che donano alla moto un feeling invidiabile a molte sue rivali. Questi pregi rimangono tali anche dopo quasi 10 anni di produzione e a ben 3 principali restyling. Ma partiamo dall’inizio, per ricordare com’è nata la regina delle 600 sportive.

Tutto cominciò nel quasi lontano 2003, esattamente grazie ad una visionaria idea degli ingegneri Honda che s’ispirarono palesemente all’estrema Honda RC211V da MotoGP introducendo in una moto di serie innovative soluzioni tecniche riservate alle corse, come l’unità ProLink al posteriore e l’iniezione PGMDSFI (a due fasi), oltre alle carene che riprendono fedelmente la linea della moto da corsa nipponica.

Il primo restyling arriva nel 2004 ma destinato solo ai colori delle carene, mentre più importante risulta quello del 2005 grazie all’introduzione di una forcella anteriore rovesciata completamente regolabile, un impianto frenante più prestazionale grazie alle pinze con attacco radiale a 4 pistoncini, un nuovo telaio in alluminio e il monoammortizzatore posteriore rivisitato nell’idraulica. È proprio a questo modello che ci fermiamo, perché la due ruote che analizzeremo è del 2005.

La moto è equipaggiata con un propulsore quadricilindrico a 4 tempi con alesaggio 67,0 X corsa 42,5 mm. Eroga una potenza di 118,1 CV a 13.500 RPM e una coppia da 66 Nm a 11.250 RPM (tutti i dati sono dichiarati dalla casa). Il reparto sospensioni invece è equipaggiato con una forcella anteriore telescopica rovesciata HMAS da 41 mm con cartuccia completamente regolabile e al posteriore la precedentemente nominata unità ProLink con monoammortizzatore a gas con serbatoio separato e regolazione del precario. Queste soluzioni tecniche, nonostante siano performanti per un utilizzo stradale, limitano le pure prestazioni della moto e grazie a intelligenti modifiche possiamo intervenire e interpretare al meglio l’idea degli ingegneri nipponici!

Per approfondire a meglio le modifiche da apportare ci siamo valsi dell’aiuto di un nostro lettore (Riccardo) che ci ha gentilmente prestato la sua bellissima CBR600RR per un servizio fotografico e un’analisi tecnica.

La moto si presenta con delle carene replica Repsol bianche e grigie (tendente all’argento) che donano alla moto un aspetto ancora più racing. Questa è la prima modifica (se così la si può chiamare) che salta all’occhio ma la meno importante del lotto.

Entrando nel dettaglio cominciamo ad elencare gli aggiornamenti ciclistici. La posizione di guida della CBR risulta comoda per la maggior parte dei fisici, dal nostro metro e ottanta a Riccardo che non crediamo raggiunga il metro e settanta. Il triangolo sella/manubrio/pedane viene modificato dalle pedane arretrate della Valtermoto, che ci costringono a piegare di più le gambe in cambio di una maggiore luce a terra, ma senza rinunciare alla comodità! La sella originale è rivestita in finta pelle ed è tutto tranne che sportiva! Troppa scivolosa e finisce per schiacciarci le palle sul serbatoio ad ogni staccata. Ecco perché Riccardo l’ha prontamente ricoperta in pelle antiscivolo senza rovinare la resa estetica ma migliorandone la funzionalità… bravo! Inutile elencare le modifiche estetiche come gli specchietti, terminali del manubrio, frecce, viteria varia e cupolino perché rimangono gusti personali e la loro funzionalità non incide minimamente sulle prestazioni e sulla guidabilità della moto.

Addentriamoci più nel tecnico e scopriamo che gli interni della forcella sono stati modificati inserendo delle molle Öhlins. Molti preferiscono cambiare totalmente la forcella (piastre comprese) installando kit completi costosissimi, quando invece, modificando semplicemente la parte interna e spendendo relativamente poco, ci si ritrova con un impianto quasi originale ma molto più performante di prima. Da una forcella di serie in parte cedevole e regolata sul morbido dalla casa, passiamo ad un impianto molto più rigido nelle frenate con una compressione progressiva e un’estensione meno brusca che nella versione originale. Le percorrenze in curva diventano più dinamiche e il feeling con l’anteriore migliora di molto.

Altro aspetto decisamente migliorabile è la frenata. Honda ha sempre avuto il brutto vizio di adottare sulle proprie sportive degli impianti frenanti decisamente sottodimensionati in rapporto alle prestazioni del mezzo. Ecco perché consigliamo di installare i tubi in treccia (nel nostro caso sono della marca Hel) che donano una maggiore sensibilità nell’utilizzo della leva, e se accoppiate a delle pastiglie sinterizzate (sulla CBR trattata sono delle ZCOO della DID) possiamo ritenerci più che soddisfatti. Ovviamente installare una pompa radiale e dei dischi Wave sarebbe il top, ma i costi salirebbero di molto e la moto si trasformerebbe in una “macchina” da pista facendoci dimenticare alcune comodità richieste nell’uso stradale… lasciamola così che va più che bene!

Prima di addentrarci nella parte più desiderata dalla maggior parte dei possessori di moto sportive, ovvero il motore, rammentiamo che è l’ideale installare un contamarce, comodissimo sia nell’uso stradale che in pista, grazie anche ai funzionali e luminosissimi led che ci indicano quando cambiare marcia (accessorio che Honda ha giustamente installato nell’ottima strumentazione HRC di serie) e per ultime, ma non meno importanti, le comodissime ghiere per poter intervenire rapidamente sul precarico.

Bene, passiamo alla parte più divertente: il motore.

La CBR è equipaggiata con uno dei propulsori a 4 cilindri più belli di sempre (in ambito sportivo) e per migliorarlo servono poche ma utili cose. Un grosso difetto dei 4 cilindri sportivi, soprattutto se di media cilindrata, è la scarsa coppia ai bassi/medi regimi e per poter risolvere questo vistoso difetto dobbiamo ricorrere ad un nuovo impianto di scarico completo abbinato ad una nuova centralina. La moto da noi analizzata è equipaggiata con un bellissimo terminale DPM con cover in carbonio, collettori della Leo Vince, una centralina Power Commander PC3 e un modulo d’anticipo DynoJet. Ora il motore risulta più corposo ai medi regimi per poi esplodere agli alti facendoci ritrovare perennemente la ruota anteriore che vola ad un centimetro da terra… una sensazione favolosa, e che sound! http://www.dailymotion.com/video/xpiiml_honda-cbr600rr-sound_auto

Queste sono tutte doti che la CBR tiene volontariamente nascoste, ma che con un po’ di buon senso (e qualche euro), possiamo vivere al massimo.

Cercate una Race Replica bella, sincera, facile e poco costosa sia nell’acquisto* che nella manutenzione? Compratevi una CBR600RR e se avete un po’ di spiccioli da parte vi consigliamo di investirli in modifiche intelligenti e utili (come quelle da noi elencate), ma vi potrà capitare di essere così fortunati, come il nostro Riccardo, di trovarvi una CBR usata già apparecchiata per bene… in questo caso valutate bene se l’acquisto ne vale la pena.

Un ringraziamento speciale lo dedichiamo a “Ricky” (in sella alla moto, a sinistra Federico Lena) per avere messo a disposizione la sua meravigliosa CBR e noi, per sdebitarci gli dedichiamo questo articolo (insieme a tutti i Ciberristi), ci sembra il minimo.

* Prezzo variabile per anno, chilometraggio ed equipaggiamento accessori. Cercando di fare una media (per CBR dal 2004 al 2006) il prezzo si aggira intorno ai 3.500 euro.

Servizio fotografico realizzato a Casier (provincia di Treviso), abbigliamento TheNobili.

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